Intervista con Andrea Poletti: come iscriversi alle Categorie Protette e perché è importante per il mercato del lavoro
Oggi abbiamo il piacere di parlare con il dott. Andrea Poletti, un esperto di risorse umane e fondatore di un’importante società di ricerca e selezione del personale, che ha sviluppato una competenza specifica nella ricerca e selezione e nell’inclusione lavorativa delle categorie protette. Durante l’intervista, Andrea ci guiderà attraverso i passaggi necessari per iscriversi alle categorie protette e l’importanza che questa iscrizione ha per i lavoratori e per le aziende.
Andrea, come possono i lavoratori iscriversi alle categorie protette e a cosa serve questa iscrizione?
“Iscriversi alle categorie protette è un processo che offre opportunità di accesso al mercato del lavoro per persone con disabilità o condizioni che limitano la loro capacità lavorativa. La procedura è abbastanza semplice, ma ci sono alcuni step fondamentali che ogni candidato deve seguire. Prima di tutto, è necessario avere almeno 15 anni e non aver raggiunto l’età pensionabile. Il primo passo è rivolgersi al proprio medico di base per ottenere un certificato medico introduttivo, documento essenziale che deve essere presentato all’INPS per avviare il processo di riconoscimento della disabilità. Una volta ottenuta la certificazione da parte dell’INPS, il lavoratore può recarsi al Centro per l’Impiego del proprio comune di residenza per richiedere, gratuitamente, l’iscrizione agli elenchi del Servizio per “l’Occupazione dei disabili.”
Come funziona l’inserimento nelle categorie protette dal punto di vista delle aziende?
“Per le aziende, l’assunzione di categorie protette rappresenta non solo un obbligo normativo, ma anche un’opportunità per arricchire il proprio organico con persone capaci di offrire valore, e punti di vista differenti anche se con necessità specifiche che vanno necessariamente soddisfatte. Le aziende italiane con più di 15 dipendenti sono infatti tenute, secondo la Legge 68/99, ad assumere un certo numero di lavoratori appartenenti a queste categorie (in funzione del numero di dipendenti, tecnicamente “base occupazionale”). Quando un’azienda deve adempiere a questo obbligo, ha più opportunità da perseguire: rivolgersi ad una socientà specializzata nella ricerca e selezione di “categorie protette” oppure rivolgersi direttamente ad enti (privati o pubblici) preposti a fornire elenchi di risorse iscritte al collocamento obbligatorio In questi elenchi sono presenti tutti i lavoratori che hanno ottenuto il riconoscimento di disabilità e che sono disponibili per l’assunzione.”
Quali sono i benefici principali per i lavoratori che si iscrivono a queste liste?
“Iscriversi agli elenchi delle categorie protette offre ai lavoratori una serie di vantaggi concreti. In primis, consente loro di accedere a un’ampia gamma di offerte di lavoro riservate. Questo può aumentare significativamente le loro possibilità di essere assunti, soprattutto in settori dove c’è una forte domanda di profili qualificati. Inoltre, l’iscrizione garantisce protezioni e incentivi anche durante il rapporto di lavoro, tra cui maggiori garanzie di stabilità e la possibilità di vedersi assegnate mansioni compatibili con la propria condizione fisica o mentale.”
Quali consigli darebbe ai candidati che vogliono iscriversi alle liste per il collocamento obbligatorio?
“Il primo consiglio è quello di non scoraggiarsi e di affrontare il processo con fiducia. Spesso si ha l’impressione che essere riconosciuti come “appartenenti alle categorie protette” sia un’etichetta negativa, ma in realtà è uno strumento che tutela i diritti dei lavoratori e garantisce loro pari opportunità. È fondamentale fornire tutta la documentazione e seguire i passaggi con attenzione. Oltre alla procedura burocratica, suggerisco di lavorare sul proprio CV, evidenziando le competenze e le esperienze più rilevanti, in modo che i datori di lavoro possano comprendere il valore che ogni candidato può portare all’azienda.” In aggiunta a quanto sopra esplicitato, consiglio vivamente e parallelamente di iscriversi a siti specializzati nella ricerca di personale appartenente alle “categorie protette”, un’opportunità in più per trovare un’occupazione che soddisfi le proprie esigenze e le proprie ambizioni.
Come si relazionano le aziende con il collocamento obbligatorio delle categorie protette?
“Le aziende, con determinati requisiti occupazionali, sono -come sopra meglio specificato- obbligate a rispettare le quote di assunzione previste dalla Legge 68/99. Tuttavia, la mia esperienza come consulente nel settore delle risorse umane, mi ha fatto comprendere che sempre più imprese vanno oltre il semplice obbligo legale. Si rendono conto che la diversità e l’inclusione rappresentano un valore aggiunto in termini di creatività, produttività e clima aziendale. I lavoratori appartenenti alle categorie protette non solo soddisfano un requisito normativo, ma portano con sé esperienze di vita e prospettive che arricchiscono il team.”
Ci sono sfide particolari per le aziende nella gestione dei lavoratori delle categorie protette?
“Le sfide ci sono e sono concrete, ma sono superabili con la giusta preparazione e mentalità. Il primo ostacolo è spesso di tipo organizzativo: le aziende devono assicurarsi di avere le risorse necessarie per accogliere un lavoratore con disabilità, in termini di adeguamenti strutturali o flessibilità nei compiti assegnati. Anche la formazione dei manager e dei team è fondamentale per creare un ambiente inclusivo. È qui che entrano in gioco le competenze degli HR, che devono lavorare non solo sulla selezione, ma anche sull’integrazione. Le aziende che investono nella formazione e nella sensibilizzazione ottengono i migliori risultati, sia in termini di produttività che di benessere generale sul posto di lavoro.”
Come vede il futuro dell’inclusione lavorativa delle categorie protette?
“Sono decisamente ottimista. C’è nelle aziende una crescente consapevolezza del valore della diversità. Le aziende più innovative stanno già adottando politiche di inclusione che vanno oltre il mero rispetto delle normative. Credo che in futuro vedremo sempre più imprese che considerano l’inserimento delle categorie protette come un’opportunità per migliorare la propria cultura organizzativa e per essere più competitive sul mercato. Grazie anche a strumenti come il nostro portale Categorie Protette al Lavoro, che facilita l’incontro tra domanda e offerta, stiamo contribuendo a rendere più accessibile e fluido il processo di inserimento di questi lavoratori.”
Un’ultima riflessione per i lettori?
“Vorrei sottolineare l’importanza del supporto reciproco. L’inclusione non è un processo unidirezionale: le aziende devono fare la loro parte, ma anche i lavoratori devono essere pronti a mostrare il proprio valore e ad affrontare le sfide con determinazione. La disabilità non deve mai essere vista come un limite, ma come un aspetto che, con le giuste opportunità e il giusto ambiente, può diventare un punto di forza.”
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